Año 5, Número 9, enero-junio 2024    /    Revista Idiomática

 

Il fascismo italiano: un breve ma necessario riavvicinamento alla sua storia.

 


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Cicerone ha affermato che la storia è “(…) testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita (…)”1, non possiamo ignorarla oppure darle poca importanza, conoscere gli eventi che sono accaduti ci può offrire una consapevolezza importante nel presente per riconoscere, in una maniera ottima e critica, i problemi che possono presentarsi nella nostra epoca, e questo ci può aiutare a non ripetere gli stessi errori; l’hanno già detto molti intellettuali: “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”. Per questo, parlare del fascismo italiano non solo è presentare i dati storici, ma significa anche riflettere e pensare al nostro contesto poiché sembra che non sia scontato che molte persone che attualmente sono al potere politico, sociale ed economico siano descritte come fasciste.

Innanzitutto, le origini del fascismo figurano in un contesto in cui l’Italia e l’Europa in generale si trovavano in una forte crisi dopo la Prima Guerra Mondiale, ma la sua nascita ufficiale è stata il 23 marzo 1919 a Milano, quando Benito Mussolini, politico e militare ex socialista, ha fondato i Fasci di Combattimento2, movimento che aveva l’intenzione di cambiare e restituire completamente l’ordine al paese, di cui sarebbe rimasto sempre leader indiscusso. E certamente è stato così perché “(…) dopo un primo anno di lenta e faticosa progressione, nei secondi dodici mesi di vita, il movimento è cresciuto più di una unità di grandezza!”3, cioè è stata una crescita impressionante. Mussolini è diventato una figura importantissima per la politica italiana a causa del sostegno del re Vittorio Emanuele III; e per l’ideologia che sosteneva il movimento, la quale si reggeva a sua volta su uno spirito collettivo che cercava una trasformazione ricostruttiva, per mezzo di nuove leggi e di organismi nuovi4; e per la novità e il cambiamento che Mussolini prometteva attraverso i suoi diversi discorsi.

Il fascismo è stato caratterizzato dall’aver considerato come l’elemento più importante del nuovo ordine, lo Stato, questo significa che l’individuo è inferiore e gli interessi che si cercano mettono prima, ed essenzialmente, lo Stato; per questo motivo il fascismo è contro il socialismo, il liberalismo individualistico, il sindacalismo classista e la democrazia. Inoltre, metteva al centro del suo pensiero e della sua azione i principi di gerarchia e di ineguaglianza; si presentava come un movimento autoritario guidato da un capo carismatico la cui legittimità non si fondava su alcuna designazione dal basso.5 È stato caratterizzato anche per essere stato un movimento e regime apertamente razzista, antisemita, totalitario che faceva uso della violenza per il controllo sociale e che limitava la libertà di espressione dato che non accettava idee o pensieri che fossero opposti a quello che dettava l’ideologia. Di conseguenza, l’Italia ha cominciato a diventare un paese con un’atmosfera davvero ostile dove nessuno poteva pensare o dire qualcosa che si opponesse al fascismo, e quelle persone che erano considerate come diverse dall’ideale di essere umano che si voleva raggiungere, erano esiliate, picchiate, aggredite, imprigionate.

Adesso è importante non perdere mai di vista che il fascismo non solo ha stabilito una dottrina politica ma ne ha anche istituita una di carattere sociale, religioso, etico, culturale, economico, storico e, soprattutto, spiritualistico. Se non vediamo che le influenze del fascismo hanno superato la sfera politica, non capiremo realmente quali sono state le realizzazioni di questa ideologia e non sarà facile identificare le diverse conseguenze che si sono manifestate dopo questo periodo in Italia e nel mondo come: l’origine del nazismo, sostenuta da un’importante trasformazione dei valori, oppure la partecipazione dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.

Insomma ritengo che sia molto importante riconoscere, almeno in modo generale, cos’è il fascismo, quali sono le sue caratteristiche e il suo impatto socioculturale perché penso che non sia un’ideologia rimasta nel passato, al contrario, sembra essere molto latente nel nostro presente, per esempio alcuni dicono che “Ora i fascisti si travestono da populisti, si autoproclamano “destra alternativa” (negli Stati Uniti) o “Fratelli d’Italia”, in Italia. Etichette che cercano di offuscare la continuità tra fascismi vecchi e nuovi.”6 E credo che dobbiamo stare attenti e ricordare quanto questi pensieri fossero pericolosi alcuni anni fa e quanto possano essere pericolosi ora.

Referencias

 

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Storia del fascismo. Consultata sull’internet: link

Bartolotto, Guido. La Dottrina del fascismo, Manuale Hoepli: Milano, 1939.

Finchelstein, Federico. Sì c’è il fascismo, La rivista Il Mulino. link

Mantelli, Brunello. L’Italia Fascista 1922-1945, Oschestra.

Notas

 

1 Cicerone, Marco Tulio. De oratore, Libro II, Cap. 9.

2 Mantelli, Brunello. L’Italia Fascista 1922-1945, p. 11.

3 Op. Cit., p. 12.

4 Bartolotto, Guido. La Dottrina del fascismo, p. 12-13.

5 Mantelli, Ibid., p. 30.

6 Federico Finchelstein, Sì c’è il fascismo, La rivista Il Mulino.

 

Por Giselle García Montiel

 

giselle.scruse@hotmail.com

 

Soy egresada de la licenciatura en Filosofía de la Facultad de Filosofía y Letras de la UNAM. Actualmente me dedico a la escritura de mi tesis, al mismo tiempo en que soy parte de la Red Mexicana de Mujeres Filósofas en donde participó en diversas actividades de difusión e indagación filosófica. Asimismo, estudio dos lenguas: italiano y francés en la Escuela Nacional de Lenguas, Lingüística y Traducción de la UNAM. Comencé mis estudios de italiano en el 2020 por lo que acabo de finalizar el sexto nivel.